Le più antiche costruzioni dell’uomo sono in terra cruda. Ma le costruzioni di "visuli" non sono così antiche: la tecnica con cui furono costruite forse giunse con le ondate migratorie che seguirono le invasioni turche del XIV secolo. Ricordo di povertà, questa tecnica fu comprensibilmente rimossa, da un popolo che dopo la guerra si affacciava al benessere, poiché, di malessere ne aveva avuto abbastanza. Delle case rurali basse, senza pavimento e senza finestre nelle quali l’umidità che trapelava dal suolo e la fermentazione della terra mista alle materie organiche delle quali erano composti i muri generava un ambiente malsano.
Dalla povertà erano però nate. Quando i contadini da servi incominciarono a diventare proprietari, ma proprietari senza mezzi economici: edificarono con materiali che non dovevano acquistare alle fornaci ma potevano trovare in loco, forniti dalla terra. Terra, appunto, e paglia sminuzzata; poi rami, canne, tronchi di quercia e d’olmo. Terra smossa, accumulata, bagnata e lavorata. Ridotta in blocchetti. Una fondazione poco profonda, scavata a mano, con un’attenzione estrema al terreno, accuratamente preparato. Nelle meglio conservate si ammirano i canali di drenaggio, a impedire che le piogge le danneggino e che raccontano di una manutenzione viva come le vite che le hanno abitate.