Si tratta della tipica struttura di urbanizzazione finalizzata al servizio idrico civile della popolazione e vista la centralità del luogo, la Commenda ha realizzato nel XVI sec. un insediamento monumentale altamente simbolico.
Essa è costituita, per la parte del fonte, in pietra arenaria locale, questa è stata la causa del degrado, per consumo, degli splendidi gradini e della vasca-abbeveratoio che era posta sul lato est.
Rappresentava il naturale convenire del Castello dei Cavalieri di Malta, della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, della zona della Motta (area abbandonata dopo il sisma del 1783) e della Comunità. Potremmo definirla la zona residenziale e nobile dell'abitato.
La fontana si sviluppa su una base gradonata ottagonale a scalare verso l’alto, su questa il fonte. Anch’esso ottagonale alto circa un metro, il sinuoso fusto, ospita sei canali e la conca con lo zampillo in cima.
In alto, a ridosso della conca di cima che guarda a Sud, è appeso lo stemma civico di Melicuccà con riportata la coppa di miele, le api e la datazione XVI sec.
Importante è la lettura della forma geometrica della pianta base, cioè l’ottagono, che nella tradizione cristiana è il segno del fonte battesimale, in quanto l’otto rappresenta “l’Octava dies” cioè il giorno della Resurrezione.
Il Fonte battesimale, dove il Cristiano viene lavato dal peccato originale con l’acqua del battesimo che lo fa risorgere a nuova vita.
D’altronde i Cavalieri di Malta avevano ed hanno come protettore San Giovanni il Battista e sono fortemente legati alla simbologia battesimale.
Per questo la fontana del Tocco è stata per secoli riferimento iconografico sia religioso che civile. Ancora oggi costituisce un elemento identificativo. Nel recente passato, infatti, è stata simbolo anche di liste civiche elettorali.
Maldestramente ristrutturata nel 1982 è stata recuperata con intervento di restauro, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza, nel 2011.