Sono due splendidi esempi di architettura rurale del secolo passato.
Di fatto sono due pilastri di un cancello che delimitava l’ingresso ad una proprietà latifondista, probabilmente il passaggio della nuova strada provinciale ed il conseguente aumento dei mezzi a motore, ha suggerito alla fam. Spina proprietaria del latifondo, la cui estensione arrivava fino alla contrada Longobardo, di realizzare un ingresso sulla “Venova”.
Questi sono testimoni del latifondismo a cavallo tra la caduta del Regno di Napoli e l’Unità d’Italia. Periodo la cui confusione ha consentito la formazione di vasti possedimenti sorti dal disfacimento della proprietà feudale.
I Due Muri, sono oggi la porta d’ingresso, di una splendida passeggiata naturalistica. Gli ulivi secolari, veri monumenti della natura, fanno da cornice alle arterie rurali che portano verso contrada Sicari, luogo del primo insediamento abitato della zona e citato nel Bios di Sant’Elia Speleota nel X° secolo. Dall’altra parte verso contrada Santo Todaro dove nello stesso periodo esisteva un convento.
La ricchezza naturalistica è accentuata dalla vegetazione spontanea formata di ginestre ed incannucciata che si estende lungo tutto il fiume Mangano.
Inoltre, è la naturale conclusione del percorso di mountain bike che parte da contrada Calamona.