Opera dell'artista scillese, Carmine Pirrotta, instradato all'arte durante il periodo della Scuola degli "Artisti di Scilla", fondata da Guttuso. Come Calogero, protagonista dell'opera, anch'egli, devastato da una delirante solitudine, alienato da una passione esclusiva e da un’esistenza reietta. Forse anche per questa sua vicinanza ai tormenti del nostro grande Poeta, accettò con entusiasmo l'incarico di realizzare l'opera, a metà degli anni sessanta. Finanziata con fondi degli emigrati d'Australia e commissionatagli dal "Circolo culturale Lorenzo Calogero" che in quegli anni viveva, come anche il nostro paese, un periodo di grande fervore intellettuale. Originariamente l'opera doveva consistere in un grande libro aperto con queste due pagine e nel retro le copertine, poi dopo una serie di vicissitudini, tra le quali anche la salute dell'artista si riuscì a realizzare queste due lastre ora posizionate nella piazzettina di via Roma.